giovedì 14 gennaio 2016

Tu vuò fa l’Americano.

Tra le pagine di un ricettario Romano del quarto secolo, si legge di una preparazione in cui carne di manzo, pinoli, grani di pepe e vino bianco, venivano amalgamati e cotti in forma di medaglioni. Vi ricorda qualcosa? Forse quell’americanata dell’hamburger?! Nient’affatto, i nostri Antichi Romani, c’avevano visto lungo e l’isicia omentata può essere dichiarata la più antica precorritrice dell’odierno hamburger. Ma non erano i soli. Anche se con un ritardo di ben otto secoli, i cavalieri dell’Orda d’Oro di Genghis Khan, troppo impegnati per fermarsi per il pasto principale, erano soliti portarsi il pranzo al sacco. Anzi, più che al sacco, direi “alla sella”! Sotto questa, infatti, venivano messe fette di carne cruda, una bella cavalcata e, grazie al calore e lo sfregamento, il pranzo era servito. Una squisitezza, non trovate?! Con la successiva invasione di Mosca, la ricetta della carne tritata si diffuse tra i Moscoviti con il nome di “Bistecca alla tartara”, sicuramente molto chic. Le tracce del nostro amato hamburger, tuttavia, si perdono tra le pagine della Storia fino alla fine del diciottesimo secolo quando fa capolino l’Hamburgh Sausage: carne tritata, noce moscata, chiodo di garofano, pepe nero, aglio e sale, tipicamente servito con pane abbrustolito. La colonizzazione dell’America da parte dei Tedeschi che salpavano dal porto di Amburgo, ben forniti di Hamburgh Sausages fece il resto. E l’hamburger, da europeo che era, divenne ben presto uno dei simboli del Paese a stelle e strisce.

Confesso di aver scoperto questa storia di recente, mentre gironzolavo su internet alla ricerca di come l’hamburger fosse nato. Per me era il simbolo culinario americano per eccellenza, insieme al burro d’arachidi e alla Cheese cake, e scoprire che le sue radici sono europee ha fatto crollare solide certezze! Resta però la rassicurante consapevolezza che i fratelli McDonald, sebbene europei di nascita, diedero vita al loro business di hamburger in quel di San Bernardino in California. Ma noi Italiani ‘sta storia del fast food non ci è mai piaciuta più di tanto e, armati della nostra proverbiale creatività, abbiamo ricreato l’hamburger a nostra immagine e somiglianza: buono, sano e Made in Italy.

E poteva forse mancare al Paesello un hamburgeria con la ciccia buona?! Certo che no!! La Casina Kitsch¹ è un piccolo localino abbarbicato sulla ripida viuzza che porta al cinema all’aperto (delizioso perché tra mura medioevali, ma con poltrone di dubbia comodità) e allo splendido castello dalle tre torri. L’atmosfera è conviviale e d’altronde, un po’ per le dimensioni ridotte del locale, un po’ per quelle abbondanti dei panini non potrebbe essere altrimenti! Eh, già. Perché gli hamburger non hanno proprio niente a che vedere con quelli delle grandi catene americane, a partire dalle dimensioni fino ad arrivare agli ingredienti. Il mio preferito è il Castiglionese, in cui ogni morso trova un letto di lattuga e pomodori in un piacevole contrasto con il calore della carne², per poi concludersi con la delicata croccantezza delle zucchine in tempura. Ora capite bene che una simile architettura non può essere costretta in pochi centimetri di altezza, e affrontare tutti questi gradini ideali in un sol boccone spaventerebbe chiunque. Per cui vi do un consiglio: prendetevi il vostro tempo, assaporate ogni morso, sorseggiate un po’ di Coca ghiacciata, sgranocchiate una chips di patata, girate l’hamburger e ricominciate da capo. Il “fast” lasciamolo pure agli americani, noi facciamo “slow”.




¹Casina Kitsch: Via Italo Calvino 3, 58043 Castiglione della Pescaia.
 Telefono: 334 236 2195

²Rigorosamente chianina

Nessun commento:

Posta un commento