Tra le pagine di un ricettario Romano del quarto secolo, si
legge di una preparazione in cui carne di manzo, pinoli, grani di pepe e vino
bianco, venivano amalgamati e cotti in forma di medaglioni. Vi ricorda
qualcosa? Forse quell’americanata dell’hamburger?! Nient’affatto, i nostri
Antichi Romani, c’avevano visto lungo e l’isicia
omentata può essere dichiarata la più antica precorritrice dell’odierno
hamburger. Ma non erano i soli. Anche se con un ritardo di ben otto secoli, i
cavalieri dell’Orda d’Oro di Genghis Khan, troppo impegnati per fermarsi per il
pasto principale, erano soliti portarsi il pranzo al sacco. Anzi, più che al
sacco, direi “alla sella”! Sotto questa, infatti, venivano messe fette di carne
cruda, una bella cavalcata e, grazie al calore e lo sfregamento, il pranzo era
servito. Una squisitezza, non trovate?! Con la successiva invasione di Mosca,
la ricetta della carne tritata si diffuse tra i Moscoviti con il nome di
“Bistecca alla tartara”, sicuramente molto chic. Le tracce del nostro amato
hamburger, tuttavia, si perdono tra le pagine della Storia fino alla fine del
diciottesimo secolo quando fa capolino l’Hamburgh Sausage: carne tritata, noce
moscata, chiodo di garofano, pepe nero, aglio e sale, tipicamente servito con
pane abbrustolito. La colonizzazione dell’America da parte dei Tedeschi che
salpavano dal porto di Amburgo, ben forniti di Hamburgh Sausages fece il resto.
E l’hamburger, da europeo che era, divenne ben presto uno dei simboli del Paese
a stelle e strisce.
Confesso di
aver scoperto questa storia di recente, mentre gironzolavo su internet alla
ricerca di come l’hamburger fosse nato. Per me era il simbolo culinario
americano per eccellenza, insieme al burro d’arachidi e alla Cheese cake, e
scoprire che le sue radici sono europee ha fatto crollare solide certezze! Resta
però la rassicurante consapevolezza che i fratelli McDonald, sebbene europei di
nascita, diedero vita al loro business di hamburger in quel di San Bernardino
in California. Ma noi Italiani ‘sta storia del fast food non ci è mai piaciuta
più di tanto e, armati della nostra proverbiale creatività, abbiamo ricreato
l’hamburger a nostra immagine e somiglianza: buono, sano e Made in Italy.
E poteva forse mancare al Paesello
un hamburgeria con la ciccia buona?! Certo che no!! La Casina Kitsch¹ è un
piccolo localino abbarbicato sulla ripida viuzza che porta al cinema all’aperto
(delizioso perché tra mura medioevali, ma con poltrone di dubbia comodità) e
allo splendido castello dalle tre torri. L’atmosfera è conviviale e d’altronde,
un po’ per le dimensioni ridotte del locale, un po’ per quelle abbondanti dei
panini non potrebbe essere altrimenti! Eh, già. Perché gli hamburger non hanno
proprio niente a che vedere con quelli delle grandi catene americane, a partire
dalle dimensioni fino ad arrivare agli ingredienti. Il mio preferito è il
Castiglionese, in cui ogni morso trova un letto di lattuga e pomodori in un
piacevole contrasto con il calore della carne², per poi concludersi con la
delicata croccantezza delle zucchine in tempura. Ora capite bene che una simile
architettura non può essere costretta in pochi centimetri di altezza, e
affrontare tutti questi gradini ideali in un sol boccone spaventerebbe
chiunque. Per cui vi do un consiglio: prendetevi il vostro tempo, assaporate
ogni morso, sorseggiate un po’ di Coca ghiacciata, sgranocchiate una chips di
patata, girate l’hamburger e ricominciate da capo. Il “fast” lasciamolo pure
agli americani, noi facciamo “slow”.
¹Casina Kitsch: Via Italo Calvino 3,
58043 Castiglione della Pescaia.
Telefono: 334 236 2195
²Rigorosamente
chianina
Nessun commento:
Posta un commento